Iraq, attentato contro militari italiani: cinque feriti

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Attentato esplosivo in Iraq in mattinata contro militari italiani di ritorno da una missione: cinque i feriti, di cui tre in gravi condizioni ma nessuno in pericolo di vita. A uno dei militari feriti è stata amputata una gamba, ha riferito Nicola Lanza de Cristoforis, comandante interforze, intervistato da Rai News 24, un altro ha subito gravi lesioni interne e un altro ha riportato danni al piede. I nomi dei militari coinvolti sono Marco PisaniPaolo PisedduAndrea QuartoEmanuele ValenzaMichele Tedesco.

Non si conosce con certezza dove sia avvenuto l’incidente, lo stesso Stato Maggiore della Difesa non ha rilasciato ancora dettagli: l’ipotesi di Kirkuk riportata in precedenza da diverse fonti sembra poco probabile. Alcune fonti parlano di Palkana, a metà strada fra Erbil e Kirkuk, altre di Suleimaniyah, in pieno Kurdistan iracheno, altre ancora di Makhmour, città a maggioranza curda che sta però al di fuori del Kurdistan autonomo.

Un ordigno esplosivo rudimentale (Ied – Improvised Explosive Device), nascosto sotto terra, è detonato al passaggio di un team misto di Forze speciali italiane. Due dei feriti sono effettivi al nono reggimento d’assalto paracadutisti Col Moschin dell’Esercito e tre appartengono al Gruppo operativo incursori Comsubin della Marina militare.

Secondo quanto si apprende il team, parte della Task force 44, stava svolgendo attività di addestramento (“mentoring and training”) probabilmente in supporto alle forze irachene impegnate nella lotta all’Isis. L’ipotesi che gli italiani stessero lavorando con i Peshmerga curdi sembra invece poco plausibile.

L’attentato sarebbe avvenuto intorno alle 11 locali e sarebbe stato effettuato da miliziani dell’Isis quando gli italiani erano di ritorno da una missione andata a buon fine.

I cinque militari coinvolti sono stati subito soccorsi, evacuati con elicotteri Usa e trasportati nell’ospedale americano di Baghdad, dove stanno ricevendo le cure del caso. Le famiglie sono state informate. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, “è stato prontamente messo al corrente dell’attentato dal capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Enzo Vecciarelli, e segue con attenzione – viene sottolineato – l’evolversi della situazione”.

Il generale Marco Bertolini, ex comandante della Folgore e del contingente italiano in Afghanistan, ha spiegato che contro gli ordigni rudimentali Ied, “non esiste una contromisura che garantisca la sicurezza assoluta”. “I militari che operano sul campo sono persone preparate, che sanno quello che fanno e lo fanno con passione”, ma ci sono dei rischi che corre chi “opera sul campo”.

L’ambasciatore italiano in Iraq Bruno Antonio Pasquino, nel corso di un collegamento con RaiNews24, ha riferito che domani si avranno maggiori informazioni sullo stato di salute dei cinque feriti, ora ricoverati in ospedale a Baghdad. “Poi, il prima possibile a seconda delle loro condizioni, verrà organizzato il loro ritorno in Italia”.

La Procura di Roma intanto ha aperto un fascicolo per attentato con finalità di terrorismo e lesioni gravissime. L’indagine è coordinata dall’aggiunto con delega all’antiterrorismo Francesco Caporale. Il 12 novembre, tra soli due giorni, ricorre il 16esimo anniversario dell’attentato di Nassiriya del 2003, in cui morirono 19 italiani.

Solidarietà e vicinanza ai feriti

In queste ore si susseguono le dichiarazioni di vicinanza ai feriti da parte delle più alte cariche dello Stato e da parte di politici di ogni colore. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha informato immediatamente il Presidente della Repubblica Mattarella e il Presidente del Consiglio Conte. Il ministro, viene sottolineato alla Difesa, “in queste ore di preoccupazione, esprime la più profonda vicinanza alle famiglie e ai colleghi dei militari coinvolti”.

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, su Facebook ha commentato la notizia: “Sto seguendo con dolore e apprensione quel che è accaduto in Iraq ai nostri militari, coinvolti in un attentato”. “I nostri ragazzi erano impiegati in attività di formazione delle forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta all’Isis. – prosegue il ministro – . In questi casi il primo pensiero va ai soldati colpiti, alle loro famiglie e a tutti i nostri uomini e donne in uniforme che ogni giorno rischiano la vita per garantire la nostra sicurezza. Seguiamo con attenzione ogni sviluppo”.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fa sapere una nota del Quirinale, “appresa la notizia del gravissimo attentato contro il contingente militare italiano in Iraq”, ha fatto pervenire al ministro della Difesa, e al capo di stato maggiore della Difesa, “un messaggio di solidarietà per i militari rimasti feriti”.

Una nota di Palazzo Chigi ha riferito che il “Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato informato tempestivamente dal ministro della Difesa, in merito all’attentato che ha coinvolto questa mattina cinque militari italiani in Iraq. È Stato aggiornato sulle loro condizioni di salute e continua a seguire costantemente e con attenzione la situazione. Il presidente Conte esprime vicinanza ai militari feriti, che stanno ricevendo in queste ore le cure mediche, e alle loro famiglie”.

Messaggi di sostegno e vicinanza sono pubblicati anche sui social network dai profili delle forze armate.

Sindacato militari: “Forze armate via da inutile guerra”

Con una nota il Sindacato dei militari si è espresso fermamente contro l’impegno delle forze armate italiane in Iraq: “È ora di ritirare tutti i contingenti militari italiani dalle missioni all’estero perché l’impegno delle forze armate, in questo modo, è chiaramente contrario all’articolo 11 della Costituzione”. “Esprimiamo vicinanza ai colleghi feriti e alle loro famiglie ma non possiamo tacere di fronte all’ipocrisia di chi rappresenta le istituzioni e continua a definire la guerra combattuta dai nostri soldati all’estero come ‘missioni di pace’.”

“I nostri colleghi oggi sono rimasti vittime dell’ennesima azione di guerra in un paese straniero che convive costantemente con la guerra e tra qualche giorno, quando la politica avrà finito di interessarsi della loro sorte e di discutere delle dotazioni e dei costi di queste missioni per rivendicare maggiori stanziamenti economici per comprare nuove e più potenti armi, tutto verrà dimenticato e i militari feriti, come tutti quelli che li hanno preceduti in questi lunghi anni di inutili guerre combattute all’estero, si ritroveranno, da soli, a dover fare i conti con le menomazioni e la burocrazia”.

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