Attenti a non farsi irretire (di Tony Ardito)

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Su una popolazione di 60 milioni di abitanti, nel nostro Paese ci sono oltre 80 milioni di smartphone; Il 94% degli italiani ne possiede almeno uno.

Le app più usate sono quelle di messaggistica, video, musica, shopping, gaming e social. Su tutte svettano YouTube e Facebook.

Il report “Digital 2020”, realizzato da “We are social” in collaborazione con “Hootsuite”, non senza sorprese, delinea il rapporto degli italiani con il web. I dati più sorprendenti riguardano la fruizione dei servizi online. La ricerca ha infatti rivelato che in Italia ogni giorno sono quasi 50 milioni le persone che trascorrono circa 6 ore online.

La preferenza cade sull’intrattenimento: ben 35 milioni usano i social, il 92% guarda contenuti video, il 34% vlog, il 57% musica in streaming, il 39% web radio, il 23% podcast. Secondo lo studio cresce, rispetto agli anni precedenti, anche l’uso di dispositivi wearable (ovvero indossabili) e dei comandi vocali.

Allargando la visuale, si rileva che circa la metà della popolazione mondiale (3,8 miliardi di persone) utilizza regolarmente i social media, mentre sono 4,54 miliardi le persone connesse ad internet. È da evidenziare che, per la prima volta, poco meno di 300 milioni di utenti hanno avuto accesso al web nel corso del 2019.

Quasi due persone in rete su tre esprimono preoccupazione riguardo il modo in cui le aziende utilizzano i loro dati personali, e la metà utilizza regolarmente ad blockers. Sono invece il 56% gli utenti preoccupati per la piega che sta prendendo il tema delle fake news.

Per ciò che riguarda le piattaforme social, le preferite si confermano Facebook, YouTube e WhatsApp. Con 800 milioni di utenti attivi al mese, di cui solo 300 milioni fuori dalla Cina, TikTok prosegue la sua scalata verso la vetta. In crescita pure il numero di utenti Pinterest (12%) anche grazie all’aggiunta di regioni e Paesi precedentemente assenti dalle opzioni di targhettizzazione.

Ciò detto, teniamo presente che digitali si diventa. Le nuove generazioni, in particolare, son nate e crescono a strettissimo contatto con questo ambiente, il che ha diffuso, tra adulti e genitori, l’errata idea che i giovani siano naturalmente predisposti alla navigazione sul web.

Bisogna tenere sempre alto il livello di guardia, perché se è vero che gli adolescenti di oggi sono immersi nella cultura del digitale sin dall’infanzia, non significa che siano in grado di muoversi in sicurezza nella rete, che sappiano evitarne i pericoli, né che siano immuni alle storture relazionali. Ricordiamo che rispetto al “canto delle sirene” di questo ammaliante, insidioso universo, non lo siamo e non lo saremo mai abbastanza neppure noi.

di Tony Ardito

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