I balneatori salernitani: sì alle mascherine, no al plexiglass in spiaggia

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I balneatori salernitani sono concordi, in vista dell’imminente apertura estiva che si annuncia piena di incognite, si dicono favorevoli all’uso delle mascherine in spiagge ma contrarie ai pannelli in plexiglass. “Sui nostri lidi le mareggiate li distruggerebbero”, ha ammonito  Alfonso Amoroso, responsabile del sindacato italiano Balneari che conta 500 titolari di concessioni demaniali lungo il nostro litorale salernitano. Per ora dunque – come scrive il quotidiano “Il Mattino” – poche certezze, se non quelle di dover «mantenere il metro di distanza, le mascherine, il pannello in plexiglass davanti alle casse per tutelare dipendenti e clienti. Inoltre, sarà necessario sanificare i lettini ogni volta che vengono utilizzati».

9 Commenti

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  • Mi chiedo come si farebbe con i bagni e le docce. Ho dubbi anche circa il controllo delle affluenze.

  • Ma di cosa parlate…. Le mascherine il pannello alla cassa….. E I servizi igienici e le docce… Come le vogliamo gestire. Senza toccare nessun tasto nessuna porta quando sarete in grado di avere queste accortezze forse si può parlare di sicurezza per noi utenti

  • Si trasformerebbero in vere e proprie serre… niente aerazione, niente brezza marina e temperature insopportabili…
    E poi vorrei vedere chi ha i bambini piccoli come si farà ad obbligarli a rimanere nella “serra”….

  • Tralasciando gli aspetti, oggettivamente, negativi delle barriere (caldo, afa, costi, scarse superfici ecc) e, replicando anche ai politici che hanno sostenuto le vostre richieste, il punto sarebbe un altro.
    In caso di, sperata, riapertura siate costruttivi a tutela della collettività quantomeno per ricambiare il favore che il settore ha sempre avuto dallo Stato – e, quindi, da noi utenti: in particolare mi riferisco ai bassi costi delle nepotistiche concessioni frutto di norme inspiegabilmente mai cambiate. A maggior ragione che, in sostanza, saranno i clienti a subire gli effetti delle limitazioni.
    E, quindi, oltre alle tutele che saranno imposte dalla legge:
    – non aprite le piscine e i bar / ristorazione (entrambi luoghi di aggregamento in spazi ridotti) così, in caso di riapertura, lavoreranno quelli esterni, già fin troppo gravati da questa situazione;
    – non montate le cabine, spesso fatiscenti, così da recuperare gran parte della spiaggia evitando il solido squallido carnaio dovuto al fatto che la gente, per evitare di pagare un ombrellone 2000 euro, è costretta a dividerlo mediamente in 10 persone;
    – ora più di prima, valutate di togliere per sempre le cabine così da ridurre manutenzione nonché i costi – a voi e, quindi, anche a noi – e, sinceramente, per lo stato in cui si trovano su molti lidi, evitare un degrado;
    – distanziate, stavolta, effettivamente gli ombrelloni;
    – disciplinate gli accessi concordando con l’utenza orari di accesso a turni
    – riducete, o quantomeno non aumentate, il costo degli abbonamenti e degli accessi: questi ultimi – a causa di un’altra norma, irragionevole e lacunosa, con la sola scusa che si utilizzerebbero i servizi (su spiaggia DEMANIALE), vengono imposti a caro prezzo;
    – rinunciate a qualsiasi forma di sussidio anche se ci sarà, come per tutti gli altri, un minore incasso;
    – se il guadagno non va come dovrebbe non chiedete aiuti di stato, non è il momento.
    Da un po’ di tempo, giustamente, vi preoccupate sollecitando la riapertura perché, in fondo, si teme anche nel vostro settore una riduzione dei guadagni.
    Volete una mano? Ve la diamo ma – per quanto premesso e per il fatto che altre categorie hanno subito e subiranno molto di più le conseguenze di questa situazione – datela anche voi!
    Aprite pure ma garantiteci, senza chiedere altro anzi dando qualcosa.

  • Grande, Pas. Ciascuno fa il proprio mestiere ed è giusto che il settore della balneazione si preoccupi: certo, come ogni cosa della vita e ogni lavoro, c’è chi lavora da signore e chi con una cafonaggine straorrrrdinaria, ma putroppo è così nella vita. Però siamo liberi di scegliere a chi dare i nostri soldi, come clienti.

    Detto questo, condivido appieno il degrado e anche la tua osservazione circa gli effetti nefasti delle divisioni in plexiglass in termini di calore etc, ma credo che gli esercenti balneari siano più che preoccupati di noi utenti, soprattutto delle loro tasche che dovrebbero sobbarcarsi questo esborso.

    Ma, amici cari, come dice PAS, se si deve fare perché ne va della nostra pelle, che si faccia. Di mezzo ci va la nostra salute.

  • State a casa questa è la soluzione. Al di là del plexiglas ed altre stupidaggini, è inimmaginabile garantire sicurezza su una spiaggia. per esempio in acqua come fanno a scaglionare gli ingressi? Ci avete pensato? E poi anche le distanze tra gli ombrelloni dovrebbero ridurre i posti per garantire il distanziamento. Quindi dimenticatevi del mare del resto non è una cosa indispensabile e anche questi che si lamentano della eventuale crisi tacessero perché negli anni a prezzi impossibili, manco fossimo in Costa Azzurra, hanno lucrato e guadagnato per cui potrebbero campare per anni

  • Una domanda, chi vigilerà sulle distanze tra gli ombrelloni nell’ambito delle spiagge libere?

  • Con i box di plastica più che una vacanza pare una punizione….

    Riducete i posti e aumentate le distanza fra gli ombrelloni piuttosto, il calore rovente e gli UV ridurranno i rischi. Con meno posti i gestori potrebbero anche aumentare un po i prezzi per quelli rimasti.

    Il problema sono le docce e gli spazi comuni come bar e ristoranti.

    Personalmente farò vacanze alternative.

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