Il provvedimento – come riporta il lancio stampa del comando provinciale di Salerno della Guardia di Finanza – riguarda funzionari doganali, personale sanitario, spedizionieri, dipendenti di società operanti nel porto di Salerno, indagati a vario titolo, in concorso, per ipotesi di peculato, corruzione, favoreggiamento personale, falso, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistemi informatici, ricettazione, contrabbando e traffico internazionale di rifiuti.
I particolari dell’operazione “Tortuga”
Tutto è nato da una segnalazione dell’Olaf, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, relativa ad un sospetto contrabbando di tabacco per narghilè in transito per il porto di Salerno, apparentemente destinato in Marocco.
Il provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Salerno ha raggiunto 17 funzionari doganali, 6 funzionari sanitari, 22 spedizionieri doganali, 10 dipendenti di società operanti nel porto di Salerno, 2 avvocati, 1 dipendente amministrativo presso la Procura della Repubblica di Salerno, 1 militare della Guardia di Finanza, 10 soggetti privati. Sono indagati a vario titolo, in concorso, per ipotesi di peculato, corruzione, favoreggiamento personale, falso, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistemi informatici, ricettazione, contrabbando e traffico internazionale di rifiuti.
Sotto i riflettori delle indagini l’attività dell’Agenzia Doganale del porto di Salerno, vero e proprio epicentro delle attività illecite culminate nella maxi retata che ha visto impiegati nelle varie province 250 militari.
“Ciò che colpisce è l’estensione del fenomeno illecito – ha spiegato il procuratore di Salerno Giuseppe Borrelli – un sistema di collusione diffuso, che rappresentava una prassi comportamentale a livello territoriale. Ancora, colpisce il senso di impunità da parte degli indagati: due soggetti al vertice dell’ufficio doganale continuavano nella loro condotta nonostante fossero a conoscenza delle indagini in corso nei loro confronti. Ad un funzionario della nostra procura è stato chiesto di fornire notizie sull’indagine tramite l’accesso al sistema informatico, un’azione davvero temeraria”.
E’ emerso infatti, da intercettazioni telefoniche e ambientali, come gli individui in questione si riunissero negli uffici doganali ogniqualvolta la magistratura inviava dei segnali attraverso deleghe di indagini e richiesta di atti. Nessuna preoccupazione per essere finiti sotto la lente d’ingrandimento. Anzi, la determinazione nel proseguire credendo di farla franca.
Le indagini hanno portato alla luce anche 58 episodi di sottrazione dai container di varie tipologie di merci grazie alla connivenza tra le figure apicali dell’ufficio dogane e i dipendenti in servizio al porto.
Una volta facevano traffico di droghe, tabacchi ed altre cose di cui tutti pensavano fossero remunerative. Oggi si fa traffico illecito della “monnezza”.
Ma che vengano tutti ammazzati questi bastardi !
X anonimo delle ore 10,05
Bastardo sei tu stu scem e merd scrvit p scriv stu scem e merd nata vot
magari si potessero ammazzare alla faccia di amnesty international che protegge i criminali ed alle leggi di merda dello stato italiano.
ma vabbe che volete che sia un pochino di domiciliari,uno scappellotto e tutto finisce a” tarallucci e vino “nel porto di salerno nel tempo e’ passato di tutto contabbando di sigarette-droga-auto,ora anche la munnezza…si vede che non hanno fatto partecipare al banchetto qualcuno e questi se li e’ inculati altrimenti la finanza dormiva sonni tranquilli. senza censura grazie
Tutta gente con stipendi buoni, che però non gli basta e quindi devono anche rubare, l’augurio e che tutti i soldi che hanno rubato, li dovranno spendere in medicine.
Non in galera ma insieme ai rifiuti la devono marcire
M
ormai la corruzione è da tutte le parti , è stata quasi legalizzata questo è il male dell’Italia ,non si capisce quali sono le regole da seguire, quelle della corruzione o quelle delle legalità . ANONIMO