Il mare, un patrimonio da tutelare e celebrare (di Tony Ardito)

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Allo scopo di valorizzare il mare come risorsa culturale, scientifica, ricreativa ed economica, l’11 aprile si è celebrata la giornata nazionale del Mare; un appuntamento che ha preso il via nel 2018, con l’entrata in vigore del nuovo decreto sul codice della nautica.

In Italia si contano 27 aree marine protette, a cui si aggiungono 2 parchi sommersi, che tutelano complessivamente circa 228.000 ettari di mare e 700.000 km di costa. Ciò vuol dire che il 19,12% delle nostre acque territoriali è coperto da aree marine a vario titolo protette: aree in cui le attività umane, come pesca e turismo, dovrebbero essere parzialmente o totalmente limitate. Aree nelle quali si conserva la biodiversità del più grande ecosistema del Pianeta.

Con Regno Unito, Spagna, Germania e Francia, Il nostro Paese è tra i maggiori contributori all’Economia Blu dell’Ue sia per l’occupazione (con un contributo combinato del 58%) che per il valore aggiunto lordo (Val 69%). Nel 2017, in termini di Val dell’economia blu dell’Ue il bacino marittimo del Mediterraneo – di cui fa parte il belpaese – ha toccato quota 59,6 miliardi di euro, 29% del totale a livello europeo, arrivando dopo Oceano Atlantico ((73,4 miliardi di euro) e Mare del Nord (63 miliardi di euro).

Tuttavia, la dimensione in termini di occupazione è stata invertita: il 40% dell’occupazione della Blue Economy si trova nel Mediterraneo (1,78 milioni di dipendenti), il 29% nell’Oceano Atlantico (1,29 milioni di dipendenti) e solo il 20% nel Mare del Nord (0,87 milioni di dipendenti). Per quanto ci riguarda, negli ultimi 10 anni (dal 2009 al 2018) ha visto la sua quota di occupazione e di Val diminuire.

Come emerso dal Rapporto Ioc-Unesco 2021 è necessario che ciascun Paese adotti una gestione 100% sostenibile delle proprie acque nazionali entro il 2025 con azioni combinate (dallo sviluppo di energia rinnovabile basata sull’oceano allo stoccaggio del carbonio nei fondali marini) che potrebbero ridurre il divario delle emissioni fino al 21% su una riduzione di 1,5 gradi centigradi e fino al 25% su una riduzione di 2 °C.

Secondo Francesco Santoro, specialista di programma della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco: “Il mare, le zone costiere e le attività ad essi legate svolgono un ruolo fondamentale per il futuro del Pianeta. L’Italia ha un enorme patrimonio che deve proteggere e gestire in maniera efficace”. È questa la rotta da seguire onde evitare la distruzione della biodiversità dell’ecosistema marino. Ne beneficeremo non soltanto in termini ambientali, ma pure economici.

Nella giornata di ieri, ovviamente nel pieno rispetto delle restrizioni imposte dalla contingenza, numerose son state le iniziative e le occasioni di confronto – anzitutto via social – alle quali hanno preso parte addetti ai lavori, esperti ed appassionati di quello che, per dirla con Tozzi e Raf, è considerato il nostro grande fratello Blu.

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