Una sfida difficile, ma non impossibile (di Giuseppe Fauceglia)

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Un pugno di uomini può molto, se è vero che l’ateniese Trasibulo nel 404  a. C. si mosse contro la dittatura oligarchica imposta dagli spartani ad Atene con appena 70 uomini; ed altri esempi non mancano anche nella modernità, basti pensare alla rivoluzione cubana.

Proprio per questo, quando un’ esperienza politica o amministrativa ha raggiunto il capolinea, sono sufficienti pochi uomini di buona volontà e coesi nelle loro intenzioni per dare forza alle speranze.

Per raggiungere questo risultato è, però, necessario selezionare gli obiettivi, non avviluppandosi nelle sterili polemiche di tipo personale, come quelle che, inutilmente e infondatamente, interessano il piccolo mondo antico di Salerno in questi giorni. Anche perché il “popolo”(e ricorro alla significazione di Prezzolini) sembra restare ipnotizzato dalle manifestazioni del potere, sino a smarrire ogni capacità di valutazione dei fatti.

Mi rendo conto che trovare persone disposte ad utilizzare gli stimoli della “mente” e non della “pancia”, ovvero degli istinti, come dire, primordiali, resta opera impervia. Ciò nonostante, riterrei opportuno uno sforzo. Innanzi tutto, mi pare necessario dar luogo ad un confronto sul “progetto di Città”, che coinvolga maggioranza e minoranze (utilizzo significativamente il plurale) consiliari, professionalità diverse, ceti produttivi e organizzazioni.

Proprio su questo tema riterrei necessario confrontarsi con l’attività  posta in essere da qualche componente della nuova Giunta comunale. Mi riferisco al coinvolgimento di Confcommercio e di Confesercenti Salerno per un tavolo tecnico di lavoro permanente, voluto dall’ amico Alessandro Ferrara, Assessore con delega alle attività produttive e al turismo.

Vorrei, però, suggerire al neo assessore di interessare all’iniziativa anche  altri soggetti, in primo luogo le associazioni dell’Artigianato, la cui attività  nella promozione delle produzioni tipiche locali è stata davvero rilevante. Senza dimenticare un confronto più serrato con Confindustria, le cui ricerche possono risultare di grande utilità proprio per le attività dell’assessorato.

Qui non si tratta solo di dialogare con quelle organizzazioni che si reputano più in sintonia con l’amministrazione, ma di coinvolgere nella prospettiva progettuale tutti i soggetti che possono offrire un valido contributo. Si tratta di una sfida importante, soprattutto in considerazione degli interventi che, direttamente o indirettamente, potrebbero interessare la Città nel piano nazionale di ripresa e di resilienza.

Ciò impone al volenteroso assessore un confronto con le stesse minoranze nel consiglio comunale (ammesso che ciò produca un valido contributo alla discussione), e con tutta la città. In questa prospettiva, sarebbe opportuno, dopo le prime fasi del confronto, pensare ad una specie di stati generali del mondo produttivo salernitano, da cui devono nascere due o tre obiettivi specifici da perseguire per lo sviluppo nel settore turistico, commerciale ed industriale, con i relativi concreti dati progettuali di massima.

Ciò non può avvenire nel “fortino” in cui sembra essersi asserragliata l’attuale amministrazione, perché solo se si realizzano  procedure trasparenti e capaci di coinvolgere la comunità, è possibile superare le criticità che sono emerse di recente.

Orbene, se la prospettiva, ma non posso crederci, resta quello di favorire “i soliti noti amici” allora non vi può essere alcuna speranza di sviluppo del complesso produttivo e commerciale, né alcuna reale possibilità di dialogo.

Se, invece, il processo deliberativo passa per un necessario confronto con tutti i soggetti pubblici e privati, con tutte le organizzazioni rappresentative delle categorie produttive, solo allora è possibile indicare una via da perseguire “insieme” per il bene della nostra comunità.

Giuseppe Fauceglia

6 Commenti

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  • La domanda che mi pongo è sempre la stessa: Salerno a parte, quel periodo di luci di artista ante COVID, è mai stata citta turistica, o se mai posto il problema di diventare citta turistica? Pochi alberghi, poche strutture ricettive, piano trasporti zero, un solo ufficio Informazioni alla stazione centrale. Senza dimenticare che non c’è nè uno spazio fieristico, nè un evento fiera. Oltretutto se c’è un indagine giudiziarie sulle gestione delle bancarelle natalizie di qualche anno fa, non oso immaginare cosa succederebbe con eventi importanti come una fiera di carattere nazionale. Il Sud non è abituato e quando si abitua al nuovo, non perde il vizio di andare per la propria strada, di curarsi il proprio orticello. Siamo da un lato il popolino lecchino,ignorante e voltagabbana, pronto a cambiare mille partiti ed a dire di sì a tutti. Pessimista no realista, manderei i nostri amministratori, i presidenti delle varie Associazioni a Rimini, o nel Veneto, o in paesi come la Germania, la Danimarca, per imparare prima come ci si organizza ed a lei, Prof. Fauceglia, consiglierei di leggere o rileggere Curzio Malaparte, Carlo Levi, Domenico Rea buon Natale

  • Concordo con lei, ma qui a Salerno, è il solito magna magna!! Non cambierà mai niente!! Se non cacciamo i soliti noti, tutto resterà come prima!!

  • Professore lei cita uomini che hanno cambiato la storia e ricordati dopo più di 2000 anni, questa classe politica sarà dimenticata fra 2 anni e se sarà citata qualche volta, sarà solo per la cementificazione selvaggia e gli ecomostri che lascerà ai posteri

  • Ormai i politici hanno abbandonato la strada dei principìi per percorrere più pragmaticamente quella della gestione del consenso e del prolungamento del potere. L’obiettivo dell’amministratore è mutato da quello di operare in modo da assicurare il benessere della comunità da cui è stato delegato, al volgere le proprie attenzioni prevalentemente verso le lobby riconoscenti. Chiediamoci oggi quale amministrazione si propone come target il progetto di realizzare una città a misura d’uomo, partendo dagli spazi di incontro, dalle infrastrutture necessarie a implementare flussi turistici, ad agevolare la circolazione veicolare, a un’opera di restauro del suo centro antico, a dare servizi per il cittadino di standard alti, a tutelare l’ambiente, la salute e la partecipazione, a qualificare le peculiarità artigianali e produttive, Invece, a partire dal piano regolatore, privilegia l’edilizia residenziale e non strutture sociali e spazi pubblici, il verde, fino alla gestione del commercio senza alcuna programmazione per la tipologia delle licenze, tipo una sequela di bar. Le maggioranze, amplificate numericamente dal sistema maggioritario, hanno relegato l’opposizione a un ruolo marginale e scarsamente incisivo nel controllo. Ciò genera spesso nella maggioranza la sensazione di onnipotenza e l’atteggiamento di scarsa sensibilità a opinioni e proposte esterne ad essa. Non esiste un canale tra amministratore e amministrato, non per il cittadino comune almeno, se non fa parte dell’ entourage.

  • In sintesi a me sembra: “questa volta hanno vinto loro, vediamo se esce qualcosa pure per noi!”

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