Differenze tra quarantena e isolamento: i casi e le sanzioni per chi viola le norme

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Il coronavirus continua a circolare in Italia e nel mondo dopo oltre due anni e mezzo dalla sua prima comparsa. Nonostante le periodiche impennate dei contagi Covid, nell’ultimo anno causate soprattutto dalle varianti Omicron, il governo nel corso dei mesi ha modificato e reso più soft le regole in materia di isolamento fiduciario e quarantena. Ma quali sono le differenze e quali i rischi e le sanzioni per chi viola le norme?

LE DIFFERENZE – La misura della quarantena si attuava fino a marzo ad una persona sana che è stata esposta ad un caso e non invece è attualmente prevista per i contatti stretti di un caso positivo a  SARS-CoV-2. In sostanza la quarantena riguardava solo i contatti stretti di chi è positivo, e non esiste più dal 1° aprile, sostituita da 10 giorni di autosorveglianza (che partono dal giorno successivo all’ultimo contatto con il positivo) con l’obbligo di portare, per tutto questo tempo, la mascherina Ffp2 al chiuso e in luoghi particolarmente affollati

L’ISOLAMENTO – I positivi invece sono tenuti a rispettare l’isolamento domiciliare. L’ultima circolare del ministro Speranza, in vigore da settembre 2022, rende l’isolamento in caso di positività più leggero. Non c’è più l’obbligo di restare in isolamento domiciliare per 7 giorni: si può uscire dopo 5 giorni se non si hanno sintomi da almeno 2 e un test (non di quelli fai-da-te) negativo. E per chi invece non riesce a negativizzarsi, bastano solo 14 giorni di isolamento (invece dei 21 precedenti) per uscire senza alcun tampone

COS’È – L’isolamento è la misura prevista per chi è positivo comprovato da tampone (indipendentemente che abbia i sintomi oppure no) e consiste nel confinare al domicilio il soggetto positivo allontanando quanto più possibile le persone affette da Covid da quelle sane durante il periodo di trasmissibilità (o contagiosità), proprio per prevenire la diffusione dell’infezione. Riguarda quindi sia i sintomatici che gli asintomatici risultati positivi a un tampone (molecolare o antigenico) di controllo

Quindi se al test molecolare o antigenico di uscita dall’isolamento si è ancora positivi, si potrà interrompere l’isolamento senza dover fare alcun tampone, solo una volta passati 14 giorni dal primo tampone positivo (o dalla comparsa dei sintomi)

AUTOSORVEGLIANZA – A coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al SARS-CoV-2 è applicato il regime dell’autosorveglianza, consistente nell’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto

LE SANZIONI – Sono cambiate le tempistiche ma non cambiano invece le sanzioni previste per chi trasgredisce.  L’articolo 260 del testo unico della legge sanitaria 265 disciplina la materia e prevede che “chiunque non osserva un ordine legalmente dato per impedire l’invasione o la diffusione di una malattia infettiva dell’uomo è punito con l’arresto da 3 mesi a 18 mesi e con l’ammenda da euro 500 ad euro 5.000”. Dunque chi è positivo e abbandona l’isolamento domiciliare rischia l’ammenda e l’arresto

LE ACCUSE PIÙ GRAVI – Le forze dell’ordine posso valutare ipotesi di reati ancora più gravi. Ad esempio può essere ipotizzata in alcuni casi la denuncia di epidemia dolosa o colposa. Questa accusa scatta per esempio se nel violare la quarantena si contagiano altre persone. Alcuni sono stati denunciati per questa tipologia di reato avendo scritto sui social di essere andati in luoghi pubblici nonostante fossero in quel momento positivi

Chi è consapevole di avere il Covid ma non lo dichiara, “contravvenendo alle regole di isolamento domiciliare”, oltre all’imputazione ex articolo 650 del codice penale (Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità) rischia anche reati più gravi se dal suo comportamento derivano danni per altre persone

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