Dal Kenya una lezione di civiltà a tutela dell’ambiente (di Tony Ardito)

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La plastica rimane uno degli inquinanti con maggiore impatto sull’ecosistema, largamente utilizzata ormai in ogni campo delle attività umane, solo una percentuale tra il 5% e il 14% viene riciclata mentre il resto, in varie forme, viene disperso nell’ambiente.

Il governo del Kenya ha adottato una soluzione estrema per un problema estremo; tre mesi fa aveva annunciato la nuova legge contro la plastica ed è stato di parola. La soluzione consiste in multe salatissime, fino a 32mila euro e la detenzione fino a 4 anni per chi fabbrica o importa nel paese sacchetti di polietilene. Il problema è costituito da 100 milioni di buste prodotte e disperse nell’ambiente ogni anno dai supermercati keniani.

La misura si applica ai sacchetti e a tutta la plastica non biodegradabile da imballaggio e fa eco a quelle già in vigore in mezzo continente africano. Ma qui come altrove è la legge più dura mai applicata; esemplare per gli ambientalisti che rilanciano l’allarme su un problema mondiale. Da quando la plastica è entrata nella produzione di massa, negli anni 50, ne sono stati prodotti 9 miliardi di tonnellate; 7 sono finiti in discarica o nell’ambiente.

Due sono i simboli di questo disastro mondiale: due isole. La prima, è Henderson Island, si trova nel Sud del Pacifico; divenne patrimonio dell’Unesco per quanto era bella ed integra, un paradiso tempo incontaminato, che oggi vede il 99,8% della sua superficie coperta di plastica.

E poi c’è l’isola di plastica, non quella scoperta del 1997 nei mari del Nord già vista e fotografata, ma quella individuata questa estate al Sud Pacifico. Un agglomerato di microparticelle di rifiuti di plastica che viene scambiata per cibo e ingerita da pesci ed uccelli. Più grande del Messico, è almeno 8 volte l’Italia, pari a tutto il Mar Mediterraneo.

Sono le Nazioni Unite a lanciare un grido di allarme: “Se lo sversamento della plastica nelle acque procederà con i ritmi di oggi, nel 2050 nel mare ci sarà più plastica che pesci”.

Il Kenya ha dunque impartito al mondo una vera e propria lezione di civiltà; emularlo non sarebbe per nulla sbagliato.

 

editoriale a cura di Tony Ardito, giornalista

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