Antartide, si stacca dalla banchisa l’iceberg più grande al mondo

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Un enorme iceberg si è formato dal lato occidentale della piattaforma di ghiaccio Ronne nel mare di Weddell, in Antartide. L’iceberg, soprannominato A-76, misura circa 4320 kmq, rendendolo attualmente il più grande berg del mondo ed è stato individuato dal British Antarctic Survey e confermato dal National Ice Center degli Stati Uniti utilizzando le immagini Copernicus Sentinel-1 dell’Esa.

La missione Sentinel-1 è composta da due satelliti in orbita polare che si basano su immagini radar ad apertura sintetica in banda C, che restituiscono dati indipendentemente dal fatto che sia giorno o notte, permettendoci di visualizzare tutto l’anno regioni remote come l’Antartide.

L’enormità del berg lo rende il più grande del mondo, strappando il primo posto all’iceberg A-23A (di circa 3880 kmq) che si trova nel Mare di Weddell. L’iceberg gigante dalla forma che ricorda Manhattan (ma grande 70 volte tanto), ora ”naviga” nel tratto di mare dove l’Endurance di Ernest Shackleton andò alla deriva.

A preoccupare gli scienziati è la temperatura degli oceani che influisce sullo scioglimento delle piattaforme di ghiaccio. E la conseguenza più allarmante dello squilibrio che si può venire a creare con il distacco di blocchi così imponenti, anche se indiretta, è l’innalzamento dei livelli del mare.

In confronto, l’iceberg A-74  che si è rotto dalla piattaforma di ghiaccio di Brunt all’inizio di quest’anno, era di soli 1270 km quadrati. Nel 2000 era stato scoperto B-15, un berg con una superficie di circa 11 mila km quadrati, che è andato via via frantumandosi in berg più piccoli. Si tratta di un fenomeno naturale, spiegano i climatologi, ma che sembra verificarsi sempre più di frequente lungo le piattaforme di ghiaccio antartiche. E il National Snow and Ice Data Center americano non esclude sia correlato al riscaldamento globale.

Il mese scorso l’International Thwaites Glacier Collaboration ha lanciato l’allarme sul ghiacciaio Thwaites, soprannominato “fine del mondo” (Doomsday Glacier). “Lo scioglimento potrebbe avvenire più rapidamente di quanto immaginassimo” complice un afflusso di acqua calda che sta velocizzando il fenomeno, hanno scritto i ricercatori dell’Itgc. La conferma dalle analisi effettuate da un robot sottomarino.

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