C’era una volta… (di Claudio Tortora)

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Si, oggi il lettore di un quotidiano vuole  qualcosa di più,di quello che sente o vede in televisione, vorrebbe soprattutto un pò di verità e meno combine.

I dibattiti precotti ,belli  preparati e serviti, le finte litigate, le grandi parolacce organizzate, gli abbandoni di sedie preparati…insomma la fiction della notizia non va più, non incanta.

Allora vuole leggere per  capire ,perché come dire scripta manent…. mentre Vespa.. pardon, verba volant!

Il giornalista, deve cambiare ogni volta argomento,non può parlare per 15 giorni di Navi incagliate, di ricostruzioni di omicidi, di neve e gelo o di  persone scomparse, con in mezzo il politico di turno che interpreta ora il ruolo di grande amatore, ora di grande economista , ora di grande trasformista e per di più, dibattute nella stessa serata su due tre reti contemporaneamente, qualche volta con gli stessi ospiti protagonisti..

Siamo proprio alla saga della competizione personale oppure.. a quella della combine professionale???

Eppure basterebbe poco, un pò di  notizie non precotte ed anche organizzate,  insomma una televisione  verità, come quella dei primi anni  60, di Gianni Granzotto, del prof Cutolo, dei varietà firmati Gino Landi, Antonello Falqui, Romolo Siena, Garinei e Giovannini , della Tv dei Ragazzi e dei Caroselli.

Sarò un nostalgico ma  quella era, una televisione verità  non finta, per questo c’erano gli sceneggiati, mentre oggi abbiamo le fiction, c’era l’isola del Tesoro e non l’isola dei Famosi.

In quel tempo i nostri AMICI erano topo Gigio, Lassie, Rintintin, che facevano passare messaggi di solidarietà di amore, dello stare insieme, dell’altruismo. Non c’era gara , turpiloquio, volgarità, arrivismo, fanatismo.

Il nostro Grande Fratello era Padre Mariano,che con poche parole piene di saggezza, ci parlava  dal suo confessionale di umanità  e rispetto di valori, non di nomination e pettegolezzi nauseabondi.

Con questo stile la nostra generazione è stata allevata ed è cresciuta con la televisione, ma anche con i giornali che all’epoca, subivano  molto meno, l’invasione dei potentati di turno.

Forse per questo la violenza fisica e morale non ci ha sfiorato,ed alcuni valori hanno resistito all’imbarbarimento dello spirito.

Non è falso moralismo quello che sto descrivendo,è vita vissuta, che provo a raccontare continuamente alle nuove generazioni, perché nei corsi e ricorsi storici di Benedetto Croce io credo.

Perché sarebbe bello rivedere dei teneri gesti d’amore, delle pacche sulle spalle tra grandi e convinti amici e perché no salutarsi per strada con l’alzata di un cappello, come si faceva una volta.

Ma questo forse è troppo accontentiamoci almeno del saluto normale, poi chissà… se dovessero ritornare, con i corsi e ricorsi certi valori, allora forse,  rimetteremo anche il cappello, alzandolo  per salutare qualche amico, per festeggiare una  storia che ritorna.

Una bella fiaba insomma,un c’era una volta che si ripropone!

di Claudio Tortora

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