Coronavirus: agente polizia penitenziaria 28enne in coma farmacologico

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E’ in coma farmacologico un agente penitenziario, in servizio al carcere di Vicenza, risultato positivo al coronavirus. A quanto apprende l’Adnkronos l’uomo, 28 anni, ha effettuato il tampone dopo aver constatato l’aggravamento dell’influenza di cui soffriva da qualche giorno.

“Il coma farmacologico serve per aiutarlo nella respirazione. E’ una situazione complessa, siamo seriamente preoccupati”, dice Luigi Bono, segretario provinciale di Vicenza del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria). Visto che le condizioni del 28enne sono in lieve miglioramento, se le positive indicazioni odierne saranno confermate, potrebbe essere staccato dalla ventilazione forzata. Lo comunica una nota del ministero della Giustizia.Il poliziotto è ricoverato nell’ospedale cittadino ed è attualmente in terapia intensiva.

Il carcere di Vicenza ospita circa 400 detenuti e vi lavorano 200 agenti penitenziari. “Riceviamo tante telefonate da colleghi preoccupati. Chiediamo -conclude- che si proceda a una verifica immediata delle condizioni sanitarie degli operatori penitenziari in servizio a Vicenza e dei detenuti presenti nella struttura”.

Al momento della conferma della positività, la ULSS n. 8 di Vicenza, riunitasi urgentemente con il direttore e il comandante dell’istituto, ha immediatamente provveduto a trasmettere all’istituto il vademecum con le indicazioni da adottare ”per la gestione dei casi asintomatici di pazienti con ILI o di contatti stretti in isolamento domiciliare”. Agli operatori penitenziari, riferisce la nota, “è stato raccomandato di segnalare immediatamente all’unità sanitaria dell’istituto eventuali sintomi di malattia, in particolare difficoltà respiratorie e/o febbre superiore a 38°: in tal caso sarà subito avvisato il servizio di igiene pubblica che provvederà ad effettuare il tampone presso appositi ambulatori dell’Ospedale civile”. Non è stato invece ritenuto necessario sottoporre a isolamento sanitario il poliziotto penitenziario accasermato nella stessa stanza dell’agente contagiato, si spiega dal ministero, “poiché quest’ultimo aveva usufruito di congedo ordinario dall’8 al 18 febbraio e il suo compagno di camera, a sua volta, dal 19: dall’unica notte passata nello stesso locale sono già decorsi senza complicazioni i 14 giorni previsti dalla quarantena, scaduti il 3 marzo”. Non si rilevano al momento casi di sospetto contagio fra i detenuti dell’istituto vicentino.

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